Dopo aver letto questo articolo di Vice, aver riso, essermi un po’ incazzata, ma soprattutto aver pensato che ormai San Marino non significa più niente neanche per chi ci campa ancora in questo posto, ho scritto una risposta a Vice che pubblico qui. Enjoy.
Caro Vice,
Sono Jenny e provengo dalla minuscola e anonima repubblica di San Marino. Sono contenta che, oltre all’articolo legato ai TRASCURABILI (sarcasm!) problemi di mafia e corruzione della nostra parte politica, ti sei interessata a noi come persone, come Stato, come articolo di curiosità.
Ma c’è un ma: quello che ho letto, tra le righe della vostra intervista a Simone (che per la cronaca, non conosco, quindi vorrei sfatare questo mito che ci conosciamo proprio TUTTITUTTI) ho letto cose che beh, non rispecchiano questo posto e mi va di spiegartele. Sono cazzate, lo so, ma sono quelle cazzate che a quelli come me, amanti un po’ della divulgazione e del proprio paese, gli va di specificare.
Storia Sammarinese: beh, non so Simone che scuola ha frequentato, forse io sono più anziana e me la ricordo bene, di averla fatta anche alle Medie. Ricordo anche i vorticosi calcoli per scrivere la doppia data alla lavagna. La data normale e la data con calcolo dell’anno DALLA FONDAZIONE DELLA REPUBBLICA. Uno strazio vero. L’unico modo che mi ha permesso di ricordarmi per sempre l’anno della Fondazione: 301 d.C.
L’errore più grave è quello di accostare la Guardia di Rocca alla Finanza, probabilmente per un fatto cromatico (il verde delle divise). Infatti la Guardia di Rocca NON è un corrispettivo della Finanza. La Guardia di Rocca presidia i confini e i palazzi del potere, ha un reparto antisommossa, si occupa di scortare eventuali valori e controlla il passaggio di beni. È una piccola ‘polizia di frontiera’. NON la finanza.
E, sì, la polizia italiana non può entrare in territorio sammarinese, ma non significa che non avvertirà le forze di polizia sammarinesi ansiose di aspettarvi al confine di Stato. Quindi, amanti di Fast and Furios o ladri, lasciate stare, vi prenderanno.
Se dovessimo accostare l’identità di un paese agli aspetti culinari, il Trentino avrebbe abbandonato l’Italia da un bel po’. Penso che l’appartenenza non sia data da cosa si mangia a cena, ma da come si sente. Ogni volta che affronto un discorso su ‘Ma ti senti italiana?’ la ma risposta è ‘No’ perché non sono italiana. Ogni tanto vorrei essere olandese per le ‘belle sensazioni’ che mi trasmette quel posto, ma non significa che non mi sento parte di una cosa così speciale e unica come San Marino. E no, non è vero che TUTTI PROPRIO TUTTI tifiamo Italia. Simpatizziamo, tipo all’Eurovision. (Non vi voteremo neanche quest’anno, sappiatelo).
È vero: il centro storico è un po’ deturpato, ma è anche vero che è la domanda che fa l’offerta. San Marino si è distinto negli anni abbandonando la nomea di ‘luogo dove comprare l’elettronica a basso costo’ a ‘luogo dove comprare armi da softair e armi bianche a basso costo’. Perché abbiamo voluto che diventasse così. Dovremmo lamentarci? Forse sì, ma non vantarci, sicuramente.
I soldi purtroppo sono qualcosa che ai cittadini, onesti, non si può rinfacciare. Non sono i nostri, non li abbiamo presi noi. Chi ha mangiato sulle nostre spalle ci ha lasciato nella merda. Quella vera.
È facile trovare lavoro a San Marino? Non così facile come è stato descritto: le aziende hanno chiuso, tante, grosse, la manodopera più semplice è ancora a casa. Se la disoccupazione è bassa è perché gran parte delle persone licenziate negli anni erano ‘frontalieri’ (italiani che lavoravano a San Marino). E non è vero che gli stipendi sono più alti, è la pressione fiscale che è molto più bassa di quella italiana: basterebbe saper leggere una busta paga per capirlo. E penso sia importante ribadirlo. Inoltre, per un italiano che lavora a San Marino non è così semplice: è soggetto alla doppia tassazione (Italia – San Marino). So che non è bello come dire ‘prima i sammarinesi’, ma questa è la realtà dei fatti.
Volete sapere altre curiosità? A San Marino non è permesso fumare in auto, di legge, San Marino e il suo centro storico sono PATRIMONIO DELL’UNESCO dal 2008 e ogni anno, per l’anniversario, è possibile visitare le Torri e i Musei in maniera gratuita, San Marino conia monete (euro) ricercatissime e a volte anche rare, così come i francobolli. Seppur così piccola è membro dell’Onu.
La comunità si sta muovendo in maniera più rumorosa per le unioni civili e in un paese dove l’aborto è ancora illegale (tranne in alcune eccezioni, ma sono state riconosciute SOLO nel 2017), la distinzione tra droghe leggere e quelle pesanti è una goccia in un mare di arretratezze.
So che tutto ciò è ‘meno interessante’ che sapere che alle carceri di San Marino è servito cibo da un noto ristorante di qualità, ma penso dia una visione reale di cos’è questa repubblica e non mostrarla agli occhi degli altri come un tripudio di mafia, assurdità, illegalità e cazzeggio.
Essere orgogliosi di essere sammarinesi (o italiani) non significa accettare tutto quello che succede ad occhi chiusi: essere orgogliosi del posto in cui si è nati vuol dire anche cercare di fare qualcosa per cambiarlo, per migliorarlo, partecipando nella maniera che si può anche alla vita della comunità.
Se dopo un articolo in cui si parla solo ‘male’ o in maniera ‘grottesca’ di uno Stato che ha una storia molto più lunga di gran parte degli stati del mondo si conclude con “Comunque oh, è un posto molto bello, Andateci” non si convince nessuno.
Venite a San Marino per vedere un paesaggio che non si trova spesso, per vedere il centro storico tappezzato sì, di balestre e armi, ma anche di merli e richiami medioevali, venire a mangiare nel ‘ristorante che porta il cibo alle carceri’, a scoprire com’è ‘scampata’ all’annessione agli altri stati dopo il Congresso di Vienna e com’è stata terra di accoglienza per i Garibaldini prima e per chi scappava dalle bombe dei Nazisti e Alleati poi.
È anche questa San Marino.
“Vado superbo di essere Cittadino di cotanto virtuosa Repubblica. Vi ringrazio del regalo che mi rinnoverà sempre nella memoria l’ospitalità generosa di San Marino in un’ora di suprema sciagura per me e per l’Italia“.
(Giuseppe Garibaldi, 13 giugno 1864)